Nel ventiquattresimo anniversario dalla strage di via D’Amelio la Rai ricorda una delle più grandi vittime della mafia, il giudice Paolo Borsellino.
Martedì 19 luglio, su Rai Storia alle 21.10 e alle 23.15 su Rai1, all’interno di Diario Civile con l’introduzione del Procuratore Nazionale Antimafia Franco Roberti, andrà in onda Paolo Borsellino Essendo Stato. Si tratta del film documentario di Ruggero Cappuccio che ripercorre audizioni tesissime, mai rese pubbliche integralmente, precedenti all’attentato.
Così il Direttore della Rai, Antonio Campo Dall’Orto, ha presentato nella sede Rai di Viale Mazzini lo speciale “Il nostro compito è raccontare e le ricorrenze sono occasioni perché il racconto sia sempre vivo e attivo nell’interazione con la società civile.
L’impegno deve essere costante in una società che riceve tanti stimoli, anche drammatici. “Questo documentario è particolarmente importante non solo per il significato di servizio pubblico ma per quello che sta accadendo in questi ultimi tempi, da Dakka allo scontro dei treni, da Nizza alla Turchia. C’è una relazione diretta tra il dovere di raccontare e quanto ci accade intorno perché da questi momenti se ne esce solo se sappiamo chi siamo”.
Il Direttore di Rai Cultura, Silvia Calandrelli, ha aggiunto:
“Si è trattato di un lavoro molto delicato e difficile. Un racconto fatto attraverso un percorso, con coraggio e grande rigore scientifico”.
Tutto comincia il 31 luglio del 1988, quando il giudice Paolo Borsellino viene convocato davanti al Consiglio Superiore della Magistratura dopo le interviste rilasciate ai quotidiani La Repubblica e L’Unità, nelle quali denunciava il preoccupante stato di smobilitazione del pool antimafia di Palermo.
Borsellino, minacciato da imminenti provvedimenti disciplinari, parla per oltre quattro ore, dalle dieci alle quattordici, con straordinaria lucidità, condannando con forza l’inadeguatezza dei mezzi di contrasto attivati dallo Stato contro la Mafia. Il pomeriggio dello stesso giorno viene ascoltato anche il giudice Falcone.
Davanti al Csm i due magistrati affrontano con chiarezza i delicatissimi temi inerenti l’assegnazione delle indagini, l’inserimento nel pool di nuovi giudici senza l’adozione di criteri di sicurezza, l’affidamento di procedimenti sulla criminalità mafiosa a magistrati estranei al pool. Dalle loro parole appassionate emergono i complessi scenari che fanno da sfondo alle indagini sul fenomeno mafioso, ma anche lo spirito di sacrificio di chi, pur accerchiato e consapevole delle occulte relazioni tra criminalità organizzata e Stato deviato, ha deciso di non arretrare.
Giovanni Falcone sarà ucciso quattro anni dopo quel 31 luglio, il 23 maggio 1992, nell’attentato di Capaci. Paolo Borsellino 57 giorni dopo di lui, in via D’Amelio, a Palermo. Proprio su via D’Amelio, sull’ultimo secondo di vita di Paolo Borsellino, il 19 luglio del 1992, e sulle dichiarazioni al Csm, si concentra il lavoro di Cappuccio, che dilata questo singolare residuo di tempo in un intenso film documentario, anche attraverso il contributo di alcuni filmati della Rai.
Paolo Borsellino Essendo Stato offre ai telespettatori anche uno spaccato della vita del giudice palermitano sospeso tra la realtà urbana e l’armonia perduta della Sicilia. Il tritolo e l’infanzia, il palazzo di giustizia e la spiaggia, il campo di calcio dove giocava da ragazzo con Giovanni Falcone, costituiscono la narrazione visiva di Paolo Borsellino che ricostruisce la propria vita di uomo e di magistrato sul confine tra la vita e la morte.
FONTE: tvblog.it